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Il pane fatto in casa
Fino alla metà degli anni 50, nelle campagne, tutte le famiglie 
contadine facevano ancora il pane in casa cuocendolo nel forno 
a legna. I casolari di campagna avevano sempre un forno che 
era utilizzato a turno da più famiglie. 
Il pane veniva fatto all'incirca una volta a settimana. La massaia 
"metteva lievito" preparando in un lato della madia 
una fontana con abbondante farina ed all'interno metteva il 
lievito costituito da una parte di pasta della volta precedente 
conservata nella madia in mezzo alla farina. Questa pasta, 
magari con aggiunta di un po' di lievito di birra, ma spesso 
da sola, veniva diluita con acqua tiepida ed impastata con 
la farina della fontana; la massaia spolverava con la farina 
la pasta che aveva impastato e facendosi il segno della croce 
tracciava sulla superficie una croce. Dopo alcune ore il lievito 
era pronto. 
Il lievito veniva impastato con altra farina e lavorato con 
la forza delle braccia dentro la madia che la conteneva. Si 
facevano quindi le forme che venivano poste a lievitare su 
un'asse di legno con dei bordi, "la tavola del pane", 
una accanto all'altra appoggiate su un telo, "il telo 
del pane", che serviva anche per separarle l'una dall'altra 
e per coprirle. Su ogni forma "fila di pane" veniva 
incisa con un coltello una doppia croce. Mentre il pane lievitava, 
la massaia scaldava il forno bruciandoci dentro alcune fascine. 
La brava massaia sapeva far accumulare il giusto calore e 
per verificare la temperatura raggiunta controllava il colore 
della volta che doveva essere bianco, quindi puliva il forno 
dalle braci e dalla cenere ammucchiandole da una parte prima 
con un palo, "il palo del forno", poi metteva in 
cima al palo un abbondante mazzo di frasche e con queste finiva 
di ripulire il pavimento del forno. 
Chiudeva quindi il forno con il "beccatoio" ed aspettava 
cinque/dieci minuti in modo che "cadesse il caldo". 
Intanto il pane aveva completato la lievitazione e le forme 
venivano "infornate" ponendole una alla volta sulla 
"pala del forno" e con questa venivano deposte una 
accanto all'altra all'interno del forno che alla fine veniva 
chiuso con il beccatoio. La quantità delle forme variava 
all'incirca tra 10 e 15. 
Cominciava la cottura ed il profumo si diffondeva nell'aria. 
La massaia, poco dopo aver infornato, controllava l'andamento 
della cottura e se il pane prendeva troppo colore, copriva 
le forme con fogli di carta di solito giornale. 
Sapete i forni a legna non erano dotati di termometro e la temperatura 
era gestita esclusivamente dall'esperienza della massaia che 
interveniva correggendo con mezzi empirici ma efficaci. 
A fine cottura tutte le forme una accanto all'altra venivano 
messe nella tavola del pane e portata in casa mentre i bambini 
sgranocchiavano qualche orlo che magari si rompeva. 
Due fette di pane ancora caldo con due fettine di lardo costituivano 
una vera leccornia. 
 
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