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Quando s'ammazzava il maiale
Nelle campagne, quando arrivava il momento d'ammazzare il maiale, 
era sicuramente una festa, principalmente perché si 
poteva mangiare qualcosa di diverso dal solito, perché 
la carne normalmente utilizzata in campagna era di pollo, 
coniglio, anatra e altri animali da cortile, molto raramente 
carne di maiale, quasi mai il vitello. 
Anche a casa mia s'ammazzava il maiale che per tanti anni era stato 
di razza "cinta senese" oggi riportata sugli altari 
della qualità, d'ottimo sapore anche se con alta percentuale 
di grasso rispetto alla parte magra. 
Tanto era il mio interesse che in quel giorno non andavo a 
scuola con molto disappunto da parte dei miei genitori. Il 
norcino era mio zio Pompeo che aveva appreso il mestiere da 
suo padre, mio nonno Vincenzo. Successivamente ho ereditato 
io e per un breve periodo di tempo ho anch'io lavorato i maiali 
e preparato prosciutti, capocolli, soprassate e salsicce. 
Bisogna rammentare che all'epoca non esistevano i congelatori ed anche 
i frigoriferi non erano molto diffusi, per cui alcune parti 
dovevano essere consumate entro breve tempo, mentre la maggior 
parte veniva conservata mediante salatura o altri modi di 
conservazione. 
La festa gastronomica cominciava quindi il giorno stesso cucinando 
il sangue che veniva preparato con uovo, formaggio parmigiano, 
uvetta, pinoli e lo zio lo cuoceva utilizzando una parte grassa 
chiamata "collarino" che è una rete che tiene 
unite le budella. Devo dire che mi piaceva anche se riuscivo 
a mangiarne solo un poco. Anche tutti gli interiori (fegato, 
polmoni, cuore, lingua, milza) venivano cucinate la sera stessa 
della macellatura, dopo il controllo sanitario da parte del 
veterinario. Con ogni parte si puo' preparare un piatto gustoso, 
di cui vi propongo alcune ricette. 
Finalmente, dopo un paio di giorni, la carcassa veniva sezionata e cominciava 
la lavorazione da parte del norcino. Si sezionavano i prosciutti, 
le spalle, la pancetta e le altre parti che si mettevano sotto 
sale. Poi si facevano le salsicce e la soprassata. Più 
avanti vi raccontero' tutti i particolari e i modi di preparazione, 
ma ora voglio concentrare la vostra attenzione su quello che 
si cucinava quel giorno. 
Il sugo per la pasta si faceva utilizzando esclusivamente 
carne del maiale, alla fine questo risultava un po' più 
grasso del classico ragù di carne, ma credetemi l'utilizzo 
di varie parti di carne freschissime, come un pezzetto di 
prosciutto, uno di pettorina, qualche altro pezzo che non 
saprei identificare con un nome, conferivano a questo ragù 
un gusto veramente delizioso. 
Un'altra leccornia che si preparava il giorno che si spezzava il maiale 
era la carne allo spiedo. Nelle case di campagna non mancava 
mai il camino e sul camino si mettevano gli spiedi con tutta 
una serie di pezzetti vari di parti magre aromatizzati e intercalati 
con salvia e aglio. Si mettevano appoggiati sugli alari (capifoco) 
e si lasciava che le carni cuocessero lentamente per tutta 
la mattina. Finalmente all'ora di pranzo si toglievano gli 
spiedi dal fuoco. I pezzetti di carne che si erano cotti stretti 
nello spiedo uno accanto all'altro, esternamente assumevano 
un colore dorato e all'interno un colore rosato di carne cotta 
ma ancora morbida e piena di succhi (mi sono dimenticato del 
sale e pepe che ovviamente devono essere aggiunti). E ora 
finalmente vi posso parlare del sapore, ma credetemi non trovo 
le parole per descriverlo. Vi dico solo che era veramente 
speciale. Per ottenerlo ci vuole il camino, lo spiedo, il 
maiale, ma più di tutto ci vuole una giornata particolare 
com'era quella in cui si spezzava il maiale. 
 
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